Nuovi volti della povertà, famiglie in crisi e "insospettabili" alla Caritas

TERAMO – I poveri sono numerosi , tra loro tanti “insospettabili”. E’ quanto emerge dal rapporto della Caritas diocesana sulla povertà che evidenzia forte un nuovo tipo di utenza, quella dei “nuovi poveri”, persone separate, che hanno perso il lavoro o pensionati. Nuovi profili di bisogno, profili di persone normali che fino a qualche tempo fa conducevano una vita dignitosa e che adesso si recano al centro della Caritas di via Veneto non senza qualche forma di imbarazzo. Una condizione che si traduce nell’aumento del 57% delle richieste d’aiuto registrate dal centro di ascolto diocesano dove nel 2010 sono state accolte 452 persone (158 in più rispetto l’anno precedente), per lo più stranieri (234 dei quali solo il 46% in regola con il permesso di soggiorno) provenienti dal Marocco, dalla Romania e dall’Albania. I bisogni prevalenti, che alimentano il fenomeno dell’emarginazione, e che emergono dai centri di ascolto, riguardano le povertà (280 richieste), la mancanza di lavoro (236 ) e le problematiche abitative (44), molte di queste necessità inasprite dall’aumento delle separazioni, della disoccupazione, ma anche da problemi di dipendenza dall’alcol o dalla droga. Tante anche le necessità registrate in termini di richieste di beni materiali (295) come viveri, vestiario, farmaci, prodotti per bambini (pannolini, carrozzine) ma anche servizi di igiene personale e biglietti per i mezzi di traposto pubblico. La Caritas riponde come può, e per strutturare questo tipo di sostegno alle famiglie sta dando il via al progetto di un “Emporio della solidarietà”, un punto di distribuzione di beni alimentari e non, a cui potranno rivolgersi le famiglie in condizioni di precarietà economica e con fasce di reddito basse. L’emporio, come spiegato dal direttore della Caritas, Igor Di Diomede, dovrebbe vedere la luce entro Natale nella zona della stazione. Attività di sostegno impegnative in termini di persone e di sforzi economici per la Caritas che che fa appello alle istituzioni per uno sforzo ulteriore. La Caritas pensa nello specifico ai locali dell’istituto Regina Margherita per farne una “Casa delle solidarietà”. “Non si tratta di un centro assistenziale – spiega Di Diomede – ma vorremmo che le istituzioni ci diano una mano mettendoci a disposizione una struttura che possa configurarsi come un centro di pronto intervento sociale per persone in gravi difficoltàsenza fissa dimora o con problemi di disagio mentale”.